In Salento cresce un vitigno che per anni è stato lontano dalle luci della ribalta, ma che poi è tornato a farsi notare: il Susumaniello. Non è uno dei nomi che tutti citano, ma chi lo sceglie scopre un carattere autentico, legato al territorio, alla storia e alla campagna pugliese. È un’uva che parla di sole, vento, terra rossa, e ogni calice racconta un pezzo di questa storia.
Origini e storia del Susumaniello
Il nome deriva dal dialetto locale e richiama l’immagine del “somarello” pieno di grappoli: questa varietà, nei primi anni di vita, produceva tantissima uva, tanto da caricarsi proprio come venivano tradizionalmente caricati di bagagli gli asinelli. Coltivato storicamente soprattutto nella provincia di Brindisi e Lecce, era spesso utilizzato come uva da taglio. Con il tempo è stato riscoperto per le sue qualità: struttura, profondità aromatica e fedeltà al terroir salentino.
Caratteristiche del vitigno e del vino
Il grappolo è compatto, gli acini medi-piccoli, con buccia scura blu-nera. I vini che ne derivano tendono al rosso rubino intenso, spesso con riflessi violacei. Al naso emergono frutti di bosco, ciliegia, amarena, a volte liquirizia, spezie dolci, erbe mediterranee. In bocca la struttura c’è: tannini presenti ma non spigolosi, buona acidità, e quel “peso” che invita a degustare con calma.
Questo porta il Susumaniello a essere adatto anche a versioni rosate o più leggere, oltre che ai rossi in purezza.
Un vino concreto da conoscere
Un esempio interessante è il vino Anante Susumaniello Puglia IGP Rosato firmato dalla nostra Masseria Borgo dei Trulli: un rosato da Susumaniello che interpreta il vitigno in chiave più fresca, adatta anche ad accompagnare tavole leggere, ma senza perdere personalità. Questo vino mostra come il Susumaniello possa uscire dagli schemi più “pesanti” del rosso e diventare un rosato di carattere, fruttato e sapido, perfetto per chi vuole scoprire qualcosa di diverso dalla norma.
Abbinamento con Susumaniello e come berlo
Il Susumaniello, nella sua versione rossa, si abbina bene con carni al forno, arrosti, funghi, formaggi stagionati. Nella versione rosata (come l’“Anante”) trova spazio anche con piatti a base di verdure, pesce più importante o tavole miste tra terra e mare.
La temperatura ideale si aggira intorno ai 16-18°C per il rosso, un po’ meno per il rosato, così da far emergere aromi e carattere senza sovraccaricare.
Il Susumaniello è una delle storie migliori del vino pugliese recente: un vitigno da riscoprire, con radici antiche, che oggi offre bottiglie autentiche e diverse. Che tu scelga la versione rossa o quella rosata, dietro la bottiglia c’è il Sud, con le sue luci, i suoi venti, le sue vigne. Vale la pena di prestarvi attenzione, sorso dopo sorso.