Ogni bottiglia racchiude un anno di lavoro, di attese, di scelte. Il vino non nasce in cantina ma tra i filari, e il ritmo lo detta la natura. In Salento, dove il clima mediterraneo segna estati lunghe e inverni miti, il ciclo della vite si ripete ogni anno con sfumature sempre diverse. Seguirlo significa capire da dove arriva il carattere di ogni vino, perché un’annata non è mai identica all’altra.
Inverno, il tempo del riposo
L’inverno è la stagione silenziosa. Le viti spoglie sembrano inattive, ma sotto terra le radici lavorano, accumulano energia per i mesi successivi. È il momento della potatura, un gesto antico che indirizza la pianta e determina la qualità della produzione futura. Nelle cantine, intanto, il vino dell’annata precedente continua il suo affinamento, tra acciaio e botti di legno.
Primavera, la ripresa e il risveglio
Con i primi caldi e la luce che aumenta, le viti tornano a germogliare. È il tempo della scacchiatura, della legatura, delle cure quotidiane. La pianta cresce e ha bisogno di equilibrio: troppo vigore significa troppa resa e poca concentrazione; troppo poco rischia di compromettere il raccolto. In questo periodo i vigneti del Salento esplodono di verde, e la campagna riprende vita.
Estate, maturazione e attesa
L’estate è la stagione in cui tutto può cambiare da un minuto all’altro. Il sole forte del Salento concentra zuccheri e aromi negli acini, il vento di tramontana tiene asciutti i grappoli, riducendo i rischi di malattie. È il momento in cui si decide la qualità dell’annata. Alcuni vigneti, come quelli di Primitivo, arrivano a maturazione già ad agosto, mentre altri richiedono più tempo.
In cantina si prepara tutto per la vendemmia: vasche, presse, tini. Si sa che tra poche settimane inizierà la parte più intensa dell’anno.
Vendemmia e autunno, il raccolto e la trasformazione
Settembre (sempre più spesso agosto, in realtà) porta con sé la vendemmia, il momento più atteso. Le uve vengono raccolte, selezionate, portate in cantina. Qui inizia la fermentazione: il mosto ribolle, i profumi si diffondono, il vino prende forma. È un passaggio rapido e delicato, in cui ogni scelta – dalla temperatura al tempo di macerazione – segna il profilo del vino.
L’autunno è anche la stagione in cui i vigneti si spogliano di nuovo, chiudendo il ciclo iniziato mesi prima.
La bottiglia, il tempo dell’attesa
Dopo la fermentazione e l’affinamento, arriva il momento dell’imbottigliamento. Non tutti i vini seguono lo stesso destino: i bianchi e i rosati più freschi arrivano presto sul mercato, mentre i rossi importanti riposano ancora a lungo in cantina.
In entrambi i casi, la bottiglia non è un punto d’arrivo ma l’inizio di un nuovo percorso. Perché il vino continua a evolvere anche lì, al riparo dalla luce e dal calore, fino al momento in cui il tappo si solleva e il lavoro di un anno si traduce in un sorso.
Dal riposo invernale al fermento della vendemmia, ogni stagione lascia un segno nel vino. In Salento, questo ciclo è scandito da luce intensa, vento e mare, elementi che entrano nel bicchiere insieme al lavoro dell’uomo. Ogni bottiglia diventa così la sintesi di un anno, fatta di gesti ripetuti e di variabili impossibili da controllare. Ed è proprio questa alternanza tra regola e sorpresa a rendere il vino così vivo.