Non serve un sommelier, né una cantina da collezione. Per organizzare una degustazione di vini a casa bastano attenzione, qualche bottiglia scelta con criterio e un po’ di cura nei dettagli. Che sia tra amici curiosi o per una serata diversa, l’obiettivo non è “giudicare” i vini, ma scoprirli.
E se si riesce anche a sorprendere qualcuno con un vitigno poco noto o un abbinamento azzeccato, tanto meglio.
Scegliere i vini: pochi ma ben pensati
La prima domanda è: quanti vini? Il numero ideale è tra tre e cinque. Più di così diventa confusione, meno rischia di essere una cena con qualche brindisi in più.
Il tema può variare:
- stessi vitigni da zone diverse (es. tre Primitivo da territori differenti)
- stili diversi da uno stesso produttore
- confronto tra bianchi, rosati e rossi della stessa regione
Può anche esserci un vino “misterioso”, servito alla cieca, giusto per stimolare la conversazione.
Temperatura e ordine di servizio
Ogni vino va servito alla sua temperatura. Non tutti hanno cantinette professionali, ma basta un po’ di organizzazione.
- Bianchi e rosati: tra 8 e 12°C
- Rossi giovani: 14-16°C
- Rossi più strutturati: fino a 18°C
Se si serve tutto insieme, meglio cominciare dai vini più leggeri e salire di intensità: bollicine, bianchi secchi, bianchi secchi importanti, rosati, rossi morbidi, rossi importanti, vini dolci (se ci sono).
Bicchieri e dettagli
Un bicchiere per ogni vino è l’ideale, ma non sempre fattibile. Almeno uno pulito ogni due vini è un buon compromesso. Meglio evitare calici decorati o troppo piccoli: un bicchiere da vino rosso classico va bene per tutto.
Non dimenticare acqua, pane neutro (anche solo del pane casereccio senza sale), tovagliolini. No a grissini aromatizzati o formaggi forti tra un assaggio e l’altro.
Come guidare la degustazione
Non serve fare lezione. Basta proporre una traccia, lasciare che le persone si esprimano e scoprano le differenze da sole.
Puoi invitare a osservare il colore, annusare lentamente, poi assaggiare senza fretta.
Cosa si sente? Frutta? Spezie? Fiori? Qualcosa di salmastro? Di tostato? Meglio domande aperte che schede tecniche. Il bello è proprio ascoltare descrizioni inaspettate.
Da non dimenticare: cibo, atmosfera, libertà
Anche se è una degustazione, il cibo aiuta. Un tagliere semplice con salumi e formaggi, focacce leggere, olive, qualcosa di caldo se si vuole prolungare la serata.
L’atmosfera conta. Niente musica a tutto volume, ma neppure silenzio da biblioteca. La degustazione non è un esame: è un modo diverso di stare a tavola.
E soprattutto: lascia spazio. Chi vuole parlare parlerà, chi vuole solo bere e ascoltare lo farà lo stesso. L’importante è che nessuno si senta fuori posto!