Come organizzare una degustazione di vini a casa: consigli pratici

Pubblicazione: 4 agosto 2025

Non serve un sommelier, né una cantina da collezione. Per organizzare una degustazione di vini a casa bastano attenzione, qualche bottiglia scelta con criterio e un po’ di cura nei dettagli. Che sia tra amici curiosi o per una serata diversa, l’obiettivo non è “giudicare” i vini, ma scoprirli.

E se si riesce anche a sorprendere qualcuno con un vitigno poco noto o un abbinamento azzeccato, tanto meglio.

Scegliere i vini: pochi ma ben pensati

La prima domanda è: quanti vini? Il numero ideale è tra tre e cinque. Più di così diventa confusione, meno rischia di essere una cena con qualche brindisi in più.

Il tema può variare:

  • stessi vitigni da zone diverse (es. tre Primitivo da territori differenti)

  • stili diversi da uno stesso produttore

  • confronto tra bianchi, rosati e rossi della stessa regione


Può anche esserci un vino “misterioso”, servito alla cieca, giusto per stimolare la conversazione.

Temperatura e ordine di servizio

Ogni vino va servito alla sua temperatura. Non tutti hanno cantinette professionali, ma basta un po’ di organizzazione.

  • Bianchi e rosati: tra 8 e 12°C

  • Rossi giovani: 14-16°C

  • Rossi più strutturati: fino a 18°C


Se si serve tutto insieme, meglio cominciare dai vini più leggeri e salire di intensità: bollicine, bianchi secchi, bianchi secchi importanti, rosati, rossi morbidi, rossi importanti, vini dolci (se ci sono).

Bicchieri e dettagli

Un bicchiere per ogni vino è l’ideale, ma non sempre fattibile. Almeno uno pulito ogni due vini è un buon compromesso. Meglio evitare calici decorati o troppo piccoli: un bicchiere da vino rosso classico va bene per tutto.

Non dimenticare acqua, pane neutro (anche solo del pane casereccio senza sale), tovagliolini. No a grissini aromatizzati o formaggi forti tra un assaggio e l’altro.

Come guidare la degustazione

Non serve fare lezione. Basta proporre una traccia, lasciare che le persone si esprimano e scoprano le differenze da sole.

Puoi invitare a osservare il colore, annusare lentamente, poi assaggiare senza fretta.
 Cosa si sente? Frutta? Spezie? Fiori? Qualcosa di salmastro? Di tostato? Meglio domande aperte che schede tecniche. Il bello è proprio ascoltare descrizioni inaspettate.

Da non dimenticare: cibo, atmosfera, libertà

Anche se è una degustazione, il cibo aiuta. Un tagliere semplice con salumi e formaggi, focacce leggere, olive, qualcosa di caldo se si vuole prolungare la serata.

L’atmosfera conta. Niente musica a tutto volume, ma neppure silenzio da biblioteca. La degustazione non è un esame: è un modo diverso di stare a tavola.

E soprattutto: lascia spazio. Chi vuole parlare parlerà, chi vuole solo bere e ascoltare lo farà lo stesso. L’importante è che nessuno si senta fuori posto!

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